Medea in Corinto

(Voir Thème : Déclamation et improvisation.)

Texte d'une cantate pour contralto d'Antonio Caldara (1670-1736)

Dunque, Giasone ingrato,
farti senza periglio
l'alta preda acquistar del vello d'oro,
abbandonare il regno
e il german lacerato
franto gettar per via del padre irato
a trattener lo sdegno,
di Pelia colla morte
l'ucciso vendicar tuo genitore
e riporti nel tuo regno usurpato,
t'han reso traditore?
È ver, Giasone ingrato?

Non son io quell'istessa
che di Colco sul lido
accogliesti amoroso?
Non son io quell'istessa
a cui nella Feacia
desti la fè di sposo?
Quai segni non mi desti,
quai giuramenti di per mè non festi
di fido eterno amore?
Ed or', come spergiuro,
il primo dolce affetto abbandonato,
volgi ad un altro oggetto amante il core?
È ver, Giasone ingrato?

Non rispondi e non mi guardi;
si ch'è vero m'abbandoni;
dimmi, ingrato, almen perchè.
Non chinare al suolo i guardi,
dimmi pur ch'io ti perdoni
o di almen che ver non è.

Ma tu parti sdegnoso,
ne vuoi che i miei lamenti
turbino il nuovo tuo stato amoroso.
Giasone incauto, arresta il passo e senti:
io già so che Creonte, rè di Corinto,
vuole misero ad onta mia
stringer teco in consorte
Glauca sua regia prole.
Ma tu non gli dicesti ch'io son Medea,
ch'io posso fermar de fiumi il corso,
privar di luce il sole,
e da i regni di morte chiamar l'ombre
e le Furie in mio soccorso?

Averti che il mio sdegno,
quando saro tradita,
amore, vita e regno,
empi vi toglierà.
Ma se vuoi meco, infido,
partir da questo lido,
l'ira si placherà.

Pur non rispondi, e parti,
traditore, spargiuro, iniquo, ingrato;
va, infelice, va in seno
dell'inesperta e sventurata amante,
ch'io tutte in quest'istante
richiamo all'opra le mie magiche arti.
Non ti rivolgi, e parti?
Già l'atre faci accendo
e spargo all'aria i suffumigi neri.

Voi del baratro orrendo
orridi abitatori,
venite vendicate
i miei traditi amori;
del trifauce portate
le sanguinose spume.
E voi, Furie spietate,
tutte spegnete qui de Febo il lume,
e svelti dalla fronte
datemi i seri fieri,
ch'io vo di Flegetonte
entro il liquido foco
formare un rio velen, che poi consumi
crudelmente quest'empi a poco, a poco.

A far le mie vendette
venite orrende Furie,
mostri del nero Tartaro
quest'aria ad infestar.
Venite si costrette
dalle mie voci orribili;
tradita da quel perfido,
mi voglio vendicar.